17 dic 2007

di Baratri e Frattali

A volte.
Dico... spero non vi sia capitato... ma a volte...
Si è come in un baratro.
Cioè... come lo si immagina un baratro?
Buio.
Profondo.
Grande o piccolo non importa.
Lo si può immaginare come un pozzo con le pareti lisce su cui è impossibile arrampicarsi.

Beh, io lo immagino diverso: un baratro non buio, né profondo. Ma è senza pareti. O meglio: le ha frattali.

Avete mai visto un frattale?
Un frattale è un costrutto matematico. Una forma-nonforma generata da una formula che ha la sua più famosa caratteristica nel ripetersi all'infinito: puoi avvicinarti o allontanarti quanto vuoi, ma il frattale sta li ed invariabilmente ti si ripresenta davanti. Infinitamente dettagliato e infinitamente indefinito.
Perché, a pensarci bene, un frattale non ha un bordo. Non è neppure propriamente bidimensionale, anzi, ma un po’ di meno.

Ebbene. Per me un baratro è così: senti che un confine dovrebbe esserci. Di qui così. Di la cosà. Di qui nero e di la bianco.
E invece no.
Tu cerchi di oltrepassare il confine, ma questo è infinito. Eppure così vicino. Eppure così impossibile.

Non è un bel posto. No.

Solo che a volte ci si capita. E’ uscirne è, sempre, un brutto affare.

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